È evidente quanto sia importante seguire le indicazioni degli operatori sanitari in merito a tempi, dosi e frequenza nell’assunzione dei farmaci. È ciò che viene chiamata “aderenza terapeutica“, di fondamentale importanza per pazienti di tutte le età e ancor più per gli anziani, ovvero i soggetti più deboli e quindi più a rischio. In Italia, al secondo posto in Europa per indice di vecchiaia, bisogna fare ancora tanto per migliorare l’aspetto comunicativo e facilitare così le terapie. In particolare al Sud, dove si registrano i valori più deficitari. In questo articolo vi parleremo del modello Lombardia, prima Regione dello Stivale a compiere un passo ufficiale per ottimizzare l’aderenza terapeutica dei pazienti.

Il “deblistering” e il modello della Regione Lombardia

Attraverso la Circolare Prot. G1.2022.0007474 del 3 febbraio 2022, frutto dell’operato del gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei servizi farmaceutici della Regione, Ats, Federfarma Lombardia, Cispel e Ordine dei farmacisti, la Lombardia ha fatto da apripista, inquadrando e incoraggiando il cosiddetto “deblistering“. Ma cosa significa? Il “deblistering” consiste nello sconfezionamento di un medicinale industriale da parte di un farmacista. Il ruolo di quest’ultimo diventa centrale nella terapia del paziente, in quanto va a modellare la distribuzione dei blister in maniera tale da aiutare pazienti cronici e in politerapia a rispettare tutte le dosi e le scadenze necessarie, nella consapevolezza che seguire la cura in maniera precisa rende la stessa più efficace e sicura.

Si tratta dunque di un “servizio di accesso personalizzato ai farmaci“. Che rafforza l’interazione tra paziente e farmacista ed evita l’uso inappropriato di antibiotici in terapia, contrastando così il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza.

Come funziona il “deblistering” e il ruolo del farmacista

Il “deblistering” resta una prerogativa del farmacista, ma la Regione Lombardia, oltre a rafforzare il ruolo delle farmacie pubbliche e private, rivolge questo servizio anche a pazienti di Rsa (residenze per anziani) e strutture sanitarie pubbliche e private, proprio al fine di fornire un supporto concreto nell’assunzione dei medicinali a chi ne ha maggiormente bisogno.

Il servizio resta “a totale carico del cittadino”, che dà il suo consenso a sconfezionare e riconfezionare il farmaco, fornendo il materiale, un documento di autorizzazione al trattamento di questi ultimi e la determinazione di un piano (che può essere di una settimana e fino a 30 giorni) di terapia che va rispettato, una volta ricevuti i farmaci trattati dagli esperti.

Dalla Lombardia al resto d’Italia, cresce l’importanza dell’aderenza terapeutica

La Lombardia è stata la prima a importare in Italia un processo già noto in Olanda e nei Paesi scandinavi. E, finalmente, si sta espandendo anche in altre zone d’Italia. La seconda Regione a regolamentare il deblistering in farmacia è stata il Lazio (lo scorso luglio), cui ha fatto seguito la Liguria. In altri territori, come in Veneto o Trento, il servizio è regolamentato, anche se in maniera differente e con varie limitazioni come quella legata alle Rsa.

L’obiettivo, appunto, è migliorare l’aderenza terapeutica, perché non seguire una corretta terapia comporta rischi e costi per i pazienti che potrebbero essere evitati con un pizzico di accortezza in più. Ci auguriamo che anche nel Mezzogiorno possano quanto prima essere adottati provvedimenti in tal senso. Che tutti facciano la propria parte, istituzioni comprese.

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