Dotarsi di un’automazione o di un servizio di preparazione automatizzato per delegare il lavoro ripetitivo e poco gratificante della preparazione farmacologica manuale della terapia cronica è quello che la tecnologia sta ora proponendo per Rsa e domiciliarità. La tecnologia, come già accade in molti altri campi, permette sicurezza e velocità di esecuzione; molti Paesi hanno già da tempo adottato questa tecnologia, che rientra del concetto di evoluzione che l’uomo da sempre ricerca per migliorare la sua vita. Conoscere le caratteristiche e le potenzialità dei sistemi permette di scegliere quello più rispondente alle proprie esigenze e alle normative, dove presenti.
Preparazione automatizzata della terapia cronica, cosa c’è da sapere
Attività ripetitive, logoranti e a rischio d’errore come la preparazione della terapia farmacologica può essere demandata al sistema automatizzato, lasciando ai professionisti il tempo di svolgere al meglio le attività di concetto per migliorare la cura all’assistito.
Dall’analisi di alcuni rischi e dalle indicazioni del Ministero della Salute è possibile verificare come l’armadio farmaci automatizzato rappresenti la vera soluzione innovativa che risponde in modo completo a tutte le raccomandazioni a cui i professionisti devono fare attenzione nel contesto di riduzione del rischio di errore umano.
Quelle che seguono sono solo alcune delle domande che possono sorgere in chi vuole guardare al futuro dei servizi infermieristici valutando la soluzione della preparazione automatizzata in bustine monodosi della terapia cronica.
L’importanza della interoperabilità
Il DM 77 al fine dell’attuazione del PNRR (Piano Nazionale Ripresa e Resilienza) si pone l’obiettivo di definire nuovi modelli e standard per l’assistenza territoriale. Il DM 77 propone un modello innovativo di gestione dell’assistenza territoriale che si prefigge l’obiettivo di attuare una semplificazione alla presa in carico dei pazienti, nonché l’introduzione di un modello focalizzato sui reali bisogni dei pazienti.
Prevede la costituzione di nuove strutture e la rimodulazione di ruoli e e attività con l’obiettivo di spostarsi da una sanità attendista a una produttiva, preventiva.
Tutto grazie a un database di informazioni: l’FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico) che deve essere alimentato di informazioni e quindi è necessaria l’interoperabilità dei sistemi per raccogliere tutti i dati necessari dai diversi sistemi utilizzati. Per questo i sistemi dovranno essere aperti e comunicare tra essi tramite protocolli già conosciuti e sicuri.